Marvel Cosmic Invasion: La Recensione - Il cuore dell’esperienza

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Il cuore dell’esperienza: meccaniche, sistemi e identità ludica

Il gioco scorre via che è un piacere nelle circa 8 ore di storia che vi terranno impegnati, a seconda della difficoltà scelta. Il gameplay è solido e divertente e le combo sono le classiche del genere, con tanto di super mossa. Le vere chicche risiedono però nel sistema “tag” e nel Cosmic Swap, due facce della stessa medaglia. Nel primo caso, l’innovazione di Marvel Cosmic Invasion si trova nel suo sistema di doppio eroe: prima di ogni livello, il giocatore seleziona una coppia di personaggi e può passare dall’uno all’altro in tempo reale tramite il Cosmic Swap. Questa meccanica produce effetti significativi sul ritmo e sulla strategia: consente di alternare stili di combattimento, combinare abilità complementari e reagire con maggiore flessibilità alle situazioni più caotiche. Il Cosmic Swap è l’elemento che più divide questo gioco dai beat-’em-up tradizionali, pur rimanendo perfettamente coerente con lo spirito del genere. Una modernizzazione che aggiunge profondità senza appesantire la formula. Inoltre combinando 2 eroi, si possono formare squadre che permettono di avere sia un personaggio che schiva e vola, come Tempesta, ottimo per evitare trappole e nemici più agguerriti, sia personaggi più “fisici” capaci di parare, ed al momento giusto eseguire perry.

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Per quanto riguarda il roster, il titolo propone 15 eroi al lancio, spaziando da icone mainstream — Spider-Man, Captain America, Wolverine — a figure secondarie, più vicine al pubblico dei fumetti cosmici, come Beta Ray Bill o Phyla-Vell. Non si tratta però di semplici variazioni estetiche: ogni personaggio possiede mosse, abilità speciali e caratteristiche uniche, al punto che cambiare eroe modifica concretamente l’approccio a un livello. La progressione permette inoltre di sviluppare ciascun eroe: attraverso l’esperienza guadagnata si sale di livello, fino al cap fissato al 10; così facendo si potenziano resistenza, abilità passive e attive, incentivando a sperimentare squadre diverse e a rigiocare livelli già completati. La modalità principale è lineare, fedele alla tradizione: un livello, un flusso di nemici, un boss, scenari che cambiano e ritmo incalzante. La struttura “alla vecchia maniera” viene mantenuta con rispetto, e anche se non introduce innovazioni radicali, risulta coerente ed equilibrata. A dare slancio alla rigiocabilità ci pensano il roster, il sistema di tag e il desiderio di padroneggiare più personaggi possibile. Un difetto può essere riscontrato proprio nei contenuti aggiuntivi, dove al di là della classica modalità storia ed arcade con vari modificatori, non c’è molto altro da fare se non sbloccare piccole chicche come musiche, descrizioni e colorazioni dei personaggi.

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